Porta d’Egitto – Giulio Turcato

“A un certo tempo arriviamo a Ismailia, ai confini del deserto. E John mi guarda e mi dice: noi stiamo qui a lavorare, anche tu lavora, vai nel deserto e dipingilo. Io ci sono andato e per dieci giorni l’ho dipinto. Poi mi sono stancato, sono andato al Cairo che è tutto il contrario del deserto.”
(Intervista non datata a Turcato di Germano Lombardi.)

 

Giulio Turcato (1912-1995), è stato uno dei principali esponenti italiani dell’astrattismo informale. La serie Porte d’Egitto consta di un ristretto numero di opere, talvolta eseguite in serie di trittici, eseguite dall’artista in un limitatissimo periodo di tempo, durante uno dei suoi viaggi.

Porta d’Egitto da noi restaurata è una grande tela dipinta con tonalità di colore che trovano la loro complessità nella sovrapposizione di strati di colore differenti tra loro, talvolta fluorescenti stesi in modo incompleto, parzialmente coprenti. Gli effetti che ne derivano sono dei non colori, che insieme alla materia serica e sabbiosa donano effetti estremamente particolari.

In questo caso Mnemosyne si è trovata ad affrontare un restauro molto complesso: la tela di supporto oltre ad aver acquisito un generale allentamento presentava sulla superficie pittorica macchie di vario genere e deformazioni causati da una movimentazione impropria e a condizioni di conservazione non ottimali.

La sottile cornice in alluminio ci ha riservato la sorpresa della cromia originale e il restauro ci ha permesso di conoscere più a fondo la tecnica pittorica di quest’opera.

Abbiamo pulito la pellicola pittorica mettendo a punto un sistema principalmente a secco e abbinandolo in alcune aree a metodologie a solvente, il rischio era quello di solubilizzare il colore convertendolo in una tonalità impropria.

Grazie allo studio della tecnica, alle analisi condotte e al confronto con altre opere dell’artista è stato possibile individuare il corretto livello di intervento evitando di snaturare l’opera e restituendole la corretta lettura.

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