Lacche orientali

I manufatti orientali possiedono peculiarità tecniche e impiego di materiali così caratteristici che determinano regole di conservazione molto stringenti. Tali oggetti, di estrema delicatezza e ricercatezza di particolari, sono assai raffinati proprio grazie all’impiego di materiali preziosi che, inclusi negli strati di lacca, rivestono i più disparati supporti quali metalli, tessuti, legno, ceramica ed ossa. La lacca Urushi è una resina che si estrae a fraddo dall’essudato di alcuni alberi presenti sul territorio asiatico, quali la Toxicodendron Vernicifluum. Le opere in lacca urushi  sono così varie e caratterizzate tali da richiedere ai professionisti formazione specifica e altamente qualificata. Si viene così a determinare un ambito altamente specifico nella conservazione delle lacche e dei manufatti orientali in genere in cui lo studio, il confronto con i professionisti del settore in Italia e all’estero, e l’aggiornamento continuativo sono la prassi a cui Mnemosyne Servizi si attiene rigorosamente.

La lacca, gli alberi e il processo di lavorazione 

 La lacca è una resina che si estrae a freddo dall’essudato di alcuni alberi denominati Toxicodendron Vernicifluum o Rhus Verniciflua.

L’utilizzo di questa lacca per proteggere gli oggetti nasce nell’antichità: il suo impiego è documentato fin dall’epoca dell’Imperatore Shang (XVI-IX sec a.c.) (Webb, 2000) per decorare e proteggere le superfici di mobili, colonne ed armature.  

L’albero della lacca urushi appartiene alla famiglia delle Anacardiacee, genere Rhus, viene coltivato nelle province centrali e meridionali della Cina. La particolarità degli alberi appartenenti al genere Rhus è di contenere urushiol nella sua resina, ovvero l’ingrediente che dà luogo al processo di polimerizzazione per l’indurimento della lacca.

Altre tipologie di lacca con proprietà differenti vengono estratte anche dalla Rhus Succedanea e dalla Gluta Usitata. 

La resina estratta dagli alberi sopra menzionati richiede una grande cautela durante la sua applicazione poiché, a causa della presenza dell’urushiol, è irritante a contatto con la pelle.  

La lacca grezza è trasparente, di color bruno chiaro quando esce come secrezione dall’albero, si inscurisce a contatto con l’aria durante il processo di polimerizzazione, che avviene a contatto con l’ossigeno (Webb, 2000) 

La resina è raccolta in diversi periodi dell’anno e, in base alla zona e al periodo di raccolta, la lacca finale avrà proprietà differenti. In Cina gli alberi vengono incisi solo una volta ogni 3 anni e generalmente solo quattro volte durante la durata della loro vita. 

Il primo intaglio avviene quando gli alberi hanno una età compresa tra i 12 e i 13 anni; viene raccolta la prima resina (Arami-urushi) in piccoli recipienti, subito coperti per evitarne l’ossidazione. 

L’ Arami-urushi subisce un primo processo di filtraggio fino ad ottenere il Ki-urushi (o Kijiomi urushi, così denominato nella zona di Kyoto), utilizzata spesso da sola o con aggiunta di additivi come farine o argille per eseguire gli strati preparatori. Questa lacca grezza contiene dal 25% al 65% di acqua, che può venire rimossa totalmente o parzialmente durante vari processi successivi.  

 Dopo altre lavorazioni (Nayashi e Kurome) si ottiene un prodotto chiamato Kijiro-urushi, contenente circa il 3% di acqua al suo interno. 

Molti pigmenti sono incompatibili con l’urushi, per questo la gamma cromatica risulta molto limitata. I colori più utilizzati furono il cinabro, il nero e l’orpimento. 

 (Per gentile concessione dell’autrice le informazioni qui riportate sono estratte dalla tesi di laurea magistrale di Silvia Tagliante Problematiche conservative e restauro di uno stipo settecentesco con decorazioni in lacca orientale e ‘’alla China’”, 2019)

Le tecniche

I più comuni prodotti in lacca sono realizzati generalmente su supporto ligneo. Al di sopra viene stesa una preparazione, che può essere molto diversa a seconda dei casi, ma più spesso si tratta di argille mescolate all’urushi. Al di sopra della preparazione vengono stesi e levigati molteplici strati di lacca (diverse decine di strati), fino ad ottenere una superficie a specchio.

Hira-maki-e: utilizzata per realizzare un disegno piano bidimensionale. 

I contorni del disegno vengono realizzati tramite e-urushi (insieme di urushi e pigmenti rossi di ossido di ferro) su di un foglio di carta giapponese, che successivamente viene trasportato sull’oggetto da decorare. Viene poi ripreso il disegno a pennello con la lacca ed in seguito viene applicata la polvere d’oro. La polvere metallica è poi sigillata tramite una o più stesure di urushi e successivamente lucidata.

Taka-maki-e: Per realizzare un disegno tridimensionale. 

I contorni del disegno vengono realizzati tramite eurushi ed al di sopra viene creato un rilievo utilizzando polvere di carbone e stagno mescolate con lacca fresca. Dopo l’asciugatura viene applicata la polvere d’oro. La polvere metallica viene poi sigillata tramite una o più stesure di urushi e successivamente lucidata. 

Shishiaitogidashi-maki-e: Per realizzare un diverso tipo di disegno tridimensionale. 

Il disegno e il rilievo sono creati come nella tecnica taka-maki-e. Alcune parti vengono lisciate utilizzando delle pietre abrasive e lucidate per creare una inclinazione al disegno in rilievo 

Nashiji:

In questa tecnica dei piccoli fiocchi di argento chiamati Nashiji-ko vengono cosparsi sulla superficie dell’oggetto laccata (escludendo un eventuale disegno). Successivamente viene applicata la lacca Nashiji (di un colore giallo-ambrato trasparente) e poi levigata per far sì che il le pagliette metalliche siano visibili attraverso la lacca trasparente.

Raden:

La tecnica raden prevede l’utilizzo di madre perla nella realizzazione delle decorazioni. Questa può essere applicata direttamente nel substrato intarsiato o p essere applicata direttamente negli strati di urushi. 

 

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