Notte etrusca – Pinot Gallizio

La Notte etrusca dal ciclo delle Notti di cristallo di Pinot Gallizio

La Notte etrusca è la prima tela realizzata da Pinot Gallizio per il ciclo delle Notti di cristallo. Si tratta di una grande tela di circa 6 metri di lunghezza per 2 di altezza e fa parte del terzo ciclo pittorico che Gallizio realizza: Le notti di cristallo sono complessivamente quattro opere di notevoli dimensioni, che, come annuncia il titolo, indagano il mondo fantastico, rievocando la dimensione arcaica dell’uomo; sono, infatti, di cristallo perché ancora incontaminate dalla presunzione culturale della civiltà. Tuttavia le tele non fanno parte di un racconto, che si snoda fra l’una e l’altra, ma ogni opera è compiuta in sé.
Viene meno il pretesto della narrazione, ciò che interessa ora all’artista è evocare nello spettatore l’incanto di un mondo perduto, ancestrale e che può appartenere soltanto al nostro inconscio. La pittura si fa dunque più eterea, pare quasi disfarsi negli spruzzi con cui il colore viene steso direttamente sulla tela.

Scrive Carla Lonzi in una lettera indirizzata a Pinot del 1962: E’ come se l’aria diventasse pittura, un’aria geologica, per così dire.
L’opera non è delimitata dalla cornice, che ne segnerebbe un confine fisico, ma è libera di dialogare con lo spazio, sono ancora visibili i tagli delle forbici ricavati dal grande rotolo di tela.

Ne Il manifesto della pittura industriale Gallizio scrive: Gli uomini moderni cercheranno di abbandonare la loro grande paura, accumulata nell’idiozia del progresso […] a contatto delle cose umili, che la natura nella sua saggezza ha conservato come controllo all’immensa superbia del cervello umano.

L’intervento di restauro

La grande tela ci è stata affidata dall’Archivio Gallizio nel 2014 in occasione del riallestimento dell’opera dopo molti decenni dalla sua ultima esposizione.

L’intervento di manutenzione e restauro si è interessato alla pulitura superficiale della pellicola pittorica e in particolare, della revisione del bordo superiore dell’opera. Infatti, sul margine superiore sono presenti molti strappi e piccole lacerazioni causate dai vincoli puntuali impiegati nelle precedenti occasioni espositive. Molti di questi strappi e lacerazioni sono stati in passato cuciti malamente con ago e filo, creando effetti di discontinuità nel tessuto e aree di tensione. Con l’intervento sono stati rimossi i vecchi interventi e si è proceduto con il riallineamento dei lembi di tessuto e del filato. Lavorando con l’uso dello stereo microscopio il filato strappato è stato ricongiunto con il metodo “filo a filo” e con l’uso della colla di Heiber.

Infine l’opera è stata riallestita con un metodo magnetico presso il foyer del Teatro Sociale di Alba.

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