Una preziosa testimonianza di un importante e significativo nucleo pittorico del tardo manierismo toscano, ritenuto perduto, in terra sabauda.
Alessandro Allori detto il Bronzino, Giovanni Bizelli, Giovanni Maria Butteri, Giovanni Battista Naldini e Lorenzo Vaiani detto lo Sciorina sono gli artisti che hanno firmato queste opere che costituiscono questo nucleo rimasto sostanzialmente intatto e di grande importanza come testimonianza artistica dell’ultimo manierismo toscano.
Il ciclo, composto in origine da 8 pale d’altare di cui oggi ne sono presenti sette, raffigura scene dalla vita della Vergine Maria. Fu il famoso banchiere fiorentino Alessandro degli Acciaiuoli, proprietario della tenuta di Pietrafitta di San Giminiano a commissionare le opere. NeI 1584 fece costruire, probabilmente su disegno celebre architetto Bernardo Buontalenti, una cappella a fianco del palazzo della tenuta Pietrafitta e per essa nel 1585 furono dipinte le otto grandi tele. Dopo il fallimento del banchiere (1594), tutto il complesso di Pietrafitta fu acquistato neI 1598 dai Principi Dal Pozzo della Cisterna i quali già dal 1561 erano feudatari di Reano (TO).
Alla figlia di Carlo Emanuele Dal Pozzo della Cisterna, Maria Vittoria (1846 – 1876), che nel 1867 sposerà Amedeo di Savoia Duca di Aosta, re di Spagna (1871 – 1873), verrà conferito il titolo di S. A. R. la principessa Maria Vittoria d’Italia, Duchessa consorte d’Aosta.
Nel 1782 le 8 grandi tele furono trasferite a Torino dove rimasero nel palazzo Dal Pozzo di via Maria Vittoria fino al 1856 e successivamente spostate nel feudo di Reano. Quattro tele furono donate, con opportune modifiche per adattarle alle nuove linee neo-gotiche, alla nuova parrocchiale che i Dal Pozzo avevano fatto costruire, mentre le rimanenti tre sono tuttora conservate nella vicina Cappella della Pietà eletta a loro sepoltura.